Bello VS Pratico


Quando ascolto questo pezzo non può non venirmi in mente la mia vecchia e gloriosa Diane 6 verde pisello. Era una splendida due cavalli, ora riposa di lato nel paradiso degli sfasciacarrozze sotto forma di cubo. Come scordarsi dei momenti passati con lei e delle sue splendide sospensioni morbidose, dei suoi sedili stile divanetto con le molle, delle sue 10 mila Lire di benza che bastavano per una settimana intera, del suo essere costantemente oggetto di equivoci con gli estranei che mi fermavano di notte per chiedermi il fumo, io che all’epoca non dipendevo nemmeno dalla nicotina. Certo è che le cose belle ad un certo punto bisogna gettarle, per far spazio al nuovo, al pratico, al “politicamente corretto”. Le cose usate fino a qualche giorno prima passano allo stadio delle perdute memorie, di loro non rimane che il ricordo che ci pungola da lontano …

Cronache di Aliena Quotidianità I


Continua l’opera di riciclaggio di vecchi post scritti per l’antico blog, questo in particolare lo scrissi in un periodo di particolare stress sia fisico che emotivo cosa che risulterà chiara dal testo. Presenta una mia giornata tipo alle prese con le bellezze della tecnologia odierna.

Esco dall’ufficio alle 12.30 spaccate. Ho parcheggiato di fronte all’ingresso , visto che è il mio turno oggi… All’altezza del centro commerciale una vettura sbuca sulla destra dal parcheggio. Si ode un sonoro CrAck! come di plastica in frantumi, mentre si incunea nell’avvallamento tra i 2 marciapiedi. Guardo dal retrovisore e ho una Peugeout 206 blu in assetto antisommossa che mi incalza il didietro! Rimane incollata al mio culo mentre io mi infilo il casco e i guanti da competizione! Sento il fiato del tamarro che mi alita sul collo, la sua marmitta prorompe in spasmodiche accellerazioni! La mia Lancia 1200 vibra e suda, vorrebbe cedere impietosamente all’assalto del barbaro! Sono pronto a inserire la Nitro quando d’un tratto il Peugeout mette la freccia e volta a destra!… Maledetto!!! Nella tasca mi vibra il cellulare, due giorni che non sento anima viva.
Messaggio! … Leggo sul visore che ho un nuovo messaggio! Bene…
Cerco di guidare e leggere il messaggio contemporaneamente ma non ce la faccio, sono ancora troppo infoiato con il barbaro motorizzato ad assetto ribassato di prima e con i guanti non riesco a pigiare bene sulla tastiera.
Riesco a scorgere solo la prima riga: – ATTENZIONE, HAI TEMPO FINO AL 25 GENNAIO…
– Ho tempo fino al 25?!…cazzo! che giorno è oggi? –
Pensavo che il tempo fosse nelle mie mani, povero illuso di un me stesso!
La curiosità si fa opprimente, decido di accostare. Metto la freccia,  mi tolgo i guanti. Il cellulare mi si apre di scatto come una vongola. Rileggo l’SMS:
ATTENZIONE, HAI TEMPO FINO AL 25 GENNAIO PER AVERE 60 MINUTI DI CHIAMATE GRATUITE DA USARE IN UN MESE! ATTIVA GRATIS LA PROMOZIONE AL NUMERO GRATUITO ecc, ecc…”.
D’un lampo, dopo 2 giorni di isolamento forzato, mi sento come il Capitano Kirk a bordo dell’Enterprise. Il mio cellulare come una zelante sentinella ha avvistato barlumi di Civiltà!
Dispaccio a ore 12 Capitano, lo faccio passare ?! –
-…Richiedi le parole d’ordine –
Mi si stampano nel cervello le parole TEMPO e GRATIS.
– Confermate, accesso consentito … sono quelli di Megane Gale–
Alzo la testa e la benzinaia che mi sta di fronte ha il corpo da benzinaia ma la faccia da Megan Gale con il berretino della ERG, si avvicina al finestrino e dice:
– Tutto intorno a te bello –
Io riparto sgommando con l’acceleratore a tavoletta mentre quella cerca di inseguirmi a piedi come un Terminator, desiste dopo pochi passi.
Forse è un complotto del barbaro motorizzato di prima Signore, hanno talpe in tutta la rete! …-
Io con sguardo vitreo di fronte alla plancia: – Già … Bisognava eliminarlo subito, li conosco io questi della “pirateria urbana”, ATTIVATE LO  SCUDO DI FORZA! –
Non mi sono ancora tolto il casco che torno a pensare alla frase della Megan:
– Tutto intorno a te,  Tutto intorno a te, Tutto intorno a te …
Già Tutto è intorno a me , intorno a me ma non per me. Tutto mi gira intorno come un abbacinante carosello di luci, suoni, colori. Posso vedere l’orbita precisa che ora mi ruota attorno al casco, se aguzzo lo sguardo vedo per contorni non definiti. Si scorgono tappetti, divani in alcantara, monitor da 125 pollici, buste di spinaci congelati, libri da 1 euro e 50, auto supermegacazzute iper accessoriate con volante in radica e sedili in pelle, vedo anche i famosi Raggi B che balenano nel buio vicino alle porte di Tannoiser… tutto fluttua e passa davanti al mio sguardo inebetito. Anche persone ci sono, piccoli omuncoli che si sbracciano per rimanere in scìa. Io sono il nucleo e attorno al nucleo ruota tutto sto ammasso di mondezza putrescente. Non vi è nulla di interessante, nulla di positivo da osservare, ogni singolo elemento pare consunto, vecchio, marcio, nuovo ma già finito.
Ogni tanto mentre la rotazione incede parte dalla nube del Tutto un lampo azzurro che sfiora i bordi del nucleo e succede che mi arriva un SMS inaspettato. Il mio cellulare è un parafulmine orbitale! Grazie Megan! … che la figa sia con te!
– Signori! ho stabilito la rotta…
Calo la visiera e mi accingo ai comandi: – Entreremo nell’Iperspazio!
Ho attivato la promozione.

 

 

Tutti in sella, la Domenica mattina


Quello che mi rode di più è farmi svegliare di soprassalto la Domenica mattina, quando una leggera brezza frizzantina del mattino accarezza i piedi rimasti fuori dalle coperte e accorgersi che nel parcheggio di sotto stanno organizzando un maledetta gita motoristica con tutti gli annessi e connessi.

Tutta gente di una certa età con i loro motopicchi casinisti del ’22 che pare di stare a LeMans, un polverone che Dio la manda invade il parcheggio, mi affaccio allora alla finestra e tra la coltre vedo il gruppo che fa scaldare i motori. Strabuzzo gli occhi, perchè li ho ancora in modalità notte, e vedo sti invasati con occhialoni da aviatore che, con il cavalletto tirato, gareggiano a suon di sgasate con il motore a folle. Mentre scaglio loro una maledizione dal Piano dell’Ombra il gruppetto finalmente parte per la loro fottuta destinazione.

Il drappello si diperde ma faccio in tempo a scorgere una vecchia vespa 125 anni ’80 bianca che mi fa venire in mente quella che un tempo appartenne anche a mio fratello. Lui la aveva rossa ed era un pezzo veramente da paninari tamarri. Quello che mi rode ancora di più è che il buon fratello la vendette per pochi spiccioli ad un nerd cretino e sottosviluppato che non sapeva manco dove fosse la pedalina di accensione. Ricordo il giorno che la diede via al mostro. Io pensavo che gli averi passasero di fratello in fratello, era accaduto così per i capi di abbigliamento.

Mia madre non mi comprava mai nulla di buono perchè ancora erano in circolazione i maglioncini dei miei altri tre fratelli. Così, di generazione in generazione l’onorata stipre avrebbe continuato a vivere in eterno prendedosi cura dei propri averi. Il giorno che mio fratello vendette la vecchia Vespa al guitto mi crollò il mondo addosso invece. Io che avevo aspettato eoni per impossessarmene me la vedevo sfumare da sotto le chiappe in un modo così poco onorevole per il buon nome della famiglia. Io che giravo ancora con il mio scalcagnato Ciao Piaggio nero con i raggi.

I miei sogni di gloria in sella al bolide vennero distrutti con un paio di carte da cento, sempre i dannati soldi di mezzo! da quel giorno capii che non c’è giustizia a questo mondo, nemmeno di Domenica mattina! 🙂