Chiedi alla povere – Jhon Fante


Così l’ho intitolato Chiedi alla Polvere, perchè in quelle strade c’è la polvere dell’Est e del Middle West, ed è una polvere da cui non cresce nulla, una cultura senza radici, una frenetica ricerca di un riparo, la furia cieca di un popolo perso e senza speranza alle prese con la ricerca affannosa di una pace che non potrà mai raggiungere.

E c’è una ragazza ingannata dall’dea che felici fossero quelli che si affannavano, e voleva essere dei loro.

Jhon Fante nel prologo di Chiedi alla Polvere

Chiedi alla Polvererappresenta forse il più “classico dei classici” per chi si vuole accostare alla letteratura di Jhon Fante. Qui ritroviamo il Fante più sprezzante e sbarazzino dei primi periodi con la sua scrittura brillante e diretta che sempre lo caratterizza. Troviamo le vicende di un’individuo nella sua ostinata ricerca di diventare uno scrittore a tutti i costi.

Egli combatte, sotto le spoglie del mitico e arrogante Arturo Bandini, una battaglia su diversi fronti, la battaglia dell’immigrato, la battaglia per l’amore e quella per la sopravvivenza. Accostata inoltre da quella più impegnativa e sottile, quella per l’emancipazione dalla sua educazione religiosa retaggio della sua origine italiana. Un Bandini quindi alla scoperta del mondo nella California della grande depressione. Sicuramente un gran libro: scorrevole, sincero, brillante, accoostato ad un film del 2006 che però non ho mai avuto il piacere di vedere.